La Storia
Alla vigilia dell’unità d’Italia, gli accordi presi da Cavour sul piano internazionale avrebbero previsto la permanenza di Rieti nelle mani del pontefice, ma i reatini riuscirono ad ottenere lo scorporo del loro territorio dal Patrimonio di san Pietro, e quindi la possibilità di decidere immediatamente l’adesione al Regno d’Italia. Di conseguenza, il 3 e il 4 novembre si tenne una consultazione plebiscitaria che decretò l’annessione.
Nel Regno d’Italia la città divenne capoluogo del circondario di Rieti, che entrò a far parte della provincia di Perugia insieme a Terni ed al resto dell’Umbria; rimasero insoddisfatte le richieste di vedere riuniti i territori di Rieti e Cittaducale in una provincia della Sabina con Rieti capoluogo.
Nel 1923 il territorio di Rieti fu scorporato dall’Umbria ed inserito nella provincia di Roma; tramite il Regio Decreto n° 1 del 2 gennaio 1927, il governo fascista istituì 17 nuove province tra cui la provincia di Rieti unendo il territorio del circondario di Rieti a quello dell’ex circondario di Cittaducale (precedentemente parte della provincia di Aquila degli Abruzzi). Il ruolo di capoluogo della città fu ulteriormente rafforzato l’anno successivo, quando i comuni di Contigliano, Cantalice, Poggio Fidoni e Vazia furono soppressi e aggregati al comune di Rieti; solo nel dopoguerra i primi due torneranno ad essere comuni indipendenti.
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