Fabio Andreola (NOME Officina Politica) – candidato alle elezioni amministrative 2022
Il candidato sindaco per il centro destra Daniele Sinibaldi è stato (ed è tuttora) vice sindaco e assessore alle attività produttive. Ha recentemente confermato a mezzo stampa la totale continuità del suo programma con il governo del sindaco in carica Antonio Cicchetti, pertanto dovrà dare agli elettori delle spiegazioni sull’operato in generale, anche laddove per operato si intende il non operato, in particolare per le attività che erano state a lui delegate in qualità di assessore.
Mi preme in particolare porre l’accento sulla promessa mancata di realizzare a Rieti un polo farmaceutico. Fui il primo a dichiarare che la promessa era vana. Lo feci in modo articolato, spiegando perché non bastava avere una azienda già presente sul territorio (l’attuale Takeda) per poter affermare, come fece il nostro sindaco uscente, che c’erano i presupposti per poter creare un polo. Cicchetti fu mal consigliato dal suo staff elettorale, che gli portò a Rieti come sponsor del progetto persino l’allora ministro della salute Beatrice Lorenzin (che fece la campagna elettorale a Cicchetti nel 2017 e che oggi è nel PD, ma questo è un dettaglio). Spiegai che Rieti non è Boston, Piazza San Rufo non è Kendall Square, la Sabina Universitas non è Harvard o il MIT e che le ragioni della presenza storica di uno stabilimento di frazionamento del plasma erano diverse e, per chi non ha competenza in materia, ingannevoli.
Cicchetti ha recentemente dichiarato di aver fatto tutto ciò che era nel programma, tranne poche cose. Adesso immagino ci penserà Sinibaldi, se eletto, a fare il polo farmaceutico di Rieti: non può toglierlo dal suo programma, avendo dichiarato, come detto, la più totale continuità da candidato con l’operato del sindaco e della giunta in carica (quindi di se stesso).
Ho sempre sostenuto che la politica, a tutti i livelli, deve far sì che chi è già presente sul nostro territorio con siti produttivi ci rimanga, creando le condizioni ottimali. Già questo sarebbe un risultato importante e concreto, che non è nemmeno così facile da raggiungere.
Ne è la riprova che la multinazionale Catalent non investe più i duecento milioni per potenziare lo stabilimento di Anagni con otto bioreattori, ma scappa a Londra, perché in Italia c’è troppa burocrazia etc. Nemmeno Anagni quindi è mai riuscito a diventare un vero polo farmaceutico (sebbene ci abbiano provato) e la presenza di alcune aziende non è stata la garanzia di nulla, nemmeno della loro permanenza. Se non si crea un complesso ecosistema, a nulla servono nemmeno i finanziamenti pubblici a pioggia (ne sappiamo qualcosa noi a Rieti con la cassa per il mezzogiorno).
Eppure Giorgetti ha solo pochi giorni fa annunciato finanziamenti per 204 milioni ad aziende farmaceutiche, una delle quali è la multinazionale francese Sanofi, proprio nella sua sede di Anagni (ironia della sorte, a pochi giorni dall’annuncio della fuga di Catalent). Nel frattempo, un interconnesso mondo sbilanciato politicamente a sinistra ha annunciato un anno esatto fa un roboante progetto chiamato, con un anglicismo mediaticamente di impatto, “Sabina Circular District”: una collaborazione pubblico privato tra Campus Biomedico, Marzotto Venture Accelerator, Università della Tuscia, Consorzio industriale etc. per lanciare nuove aziende a Rieti.
Di cosa si tratta? Ho letto e riletto i vari comunicati e, pur ritenendo di avere discrete competenze in materia, non ho capito nulla su cosa sia e come funzioni questo progetto. I primi comunicati stampa rimandavano ad imminenti ulteriori aggiornamenti, mai arrivati ad oggi. Speriamo di no, ma temo sia una cosa vaga, un’altra promessa irrealizzabile, sulla falsariga di quella del polo farmaceutico di Cicchetti (e della sua nuova classe dirigente da lui orgogliosamente creata). Rieti merita di più: di promesse vane o evanescenti ne ha ricevute fin troppe.