di Rossella Gigli (candidata consigliere lista NOME Officina Politica)
Tra gli aspetti più significativi del programma elettorale di Carlo Ubertini e della sua coalizione, ritengo ci sia quello di aver indicato, come ambito dell’azione della politica, una realtà che è sempre mutevole. La politica come arte di governo del cambiamento può sembrare una considerazione scontata e invece non lo è, e determina anzi il tipo di ottica che si sceglie di adottare nella gestione della cosa pubblica. Spesso essa risulta infatti semplice mantenimento e perpetuazione dello status quo. Nonostante la pandemia prima e il contesto bellico poi abbiano dimostrato in modo doloroso e tangibile cosa significhi una realtà mutevole e imprevedibile, le proposte politiche e il dibattito pre-elettorale a Rieti sembrano spesso fermi ai decenni precedenti. La città è in una fase di spopolamento da molti anni e di desertificazione industriale. Il centro storico, in specie dopo i recenti terremoti, non riesce a ritrovare una sua anima, una sua personalità, qualcosa di analogo a quanto si nota nelle vie principali dei centri storici di borghi anche a noi vicini.
La sfida della politica oggi è quella di non perdere di vista la complessità dei fenomeni in atto, siano essi demografici, economici, culturali. Come candidata consigliere per NOME Officina Politica ho voluto fare nostro il concetto di cambiamento nell’introduzione al programma politico di questa lista civica. Ritengo infatti che, senza la compartecipazione attiva e proattiva dei nostri concittadini, Rieti sia destinata a soccombere di fronte a scelte dettate da logiche antiche, o da posizioni di interesse non sempre collimanti con quello collettivo. Il cittadino è invece l’avamposto delle scelte amministrative, in quanto egli sperimenta per primo, nella sua vita quotidiana, gli effetti del cambiamento e ne è testimone, se non spesso vittima incolpevole. La capacità di ascolto, che da più parti viene oggi auspicata, deve ritornare al centro del rapporto tra amministratore e cittadino.
Ignorare i mutamenti in atto, le nuove emergenze, le difficoltà che scaturiscono da dinamiche spesso al di fuori del nostro controllo, rischia di rendere randomica e del tutto inefficace l’azione amministrativa. Un dialogo più puntuale, trasparente e continuativo tra le varie compagini sociali di Rieti, potrebbe invece consentirci di non navigare a vista, bensì di effettuare un grande esperimento collettivo in cui il contributo di tutti consenta di schivare gli scogli imponderabili nel flusso degli eventi, o perlomeno di porvi rapido rimedio. Si tratta di una sfida ardua e, proprio per questo, degna della massima considerazione e del massimo impegno.