Scuole e terremoto: il “caso” CRITEVAT

16/11/2017

E’ passato ormai un anno dal terremoto del 30 Ottobre 2016, che ha portato a tante scosse di assestamento, anche in campo sociale, economico e politico. Terremoto che ha rappresentato, tra l’altro, l’innesco di una serie di crepe tra Amministrazione comunale e la cittadinanza, nonché uno dei fattori che ha maggiormente inciso nello svolgimento della campagna elettorale, in particolare sul tema scuole.
Difatti, se in campagna elettorale si è marcato un differente approccio sul tema, a seguito delle elezioni non è avvenuto altrettanto con riferimento alle conseguenti scelte amministrative, che – salvo la decisione in merito alla futura ubicazione dell’istituto di Villa Reatina – vede la Amministrazione Cicchetti nel solco delle scelte già operate in precedenza. E’ quindi utile fare alcune riflessioni.
In particolare, sull’accordo di collaborazione stipulato dal Comune di Rieti con il dipartimento CRITEVAT dell’Università di Rieti che riguarda, tra l’altro, la ricognizione e l’approfondimento dell’Indice di Rischio Sismico delle scuole di competenza del Comune, tra cui il “supporto decisionale attraverso la definizione e l’uso di metodologie: (1) per la valutazione preliminare del rischio orientata a definire priorità d’intervento e (2) per la mitigazione (adeguamento sismico) del Rischio Sismico ritenute più idonee”.
A distanza di 10 mesi dalla presentazione di questo accordo, che vede impegnate risorse economiche per 500.000 Euro, ci chiediamo cosa sia stato effettivamente realizzato. Tanto più alla luce delle sollecitazioni che – come appreso dalla stampa – la nuova amministrazione ha inoltrato al CRITEVAT.
Sul sito istituzionale del Comune di Rieti rileviamo, datati 26 Settembre 2017 e 3 Ottobre 2017, due avvisi per l’affidamento dei servizi tecnici per la valutazione della vulnerabilità sismica delle scuole. Nella relazione progettuale, leggiamo:
<<sono stati contattati i tecnici allora affidatari, chiedendo loro la disponibilità di eseguire una serie di nuove elaborazioni, sulla base di un disciplinare comune elaborato di concerto con il CRITEVAT, che permettessero di giungere a un maggior e più omogeneo risultato di conoscenza e valutazione degli immobili in questione; ove gli stessi non hanno potuto garantire la propria disponibilità e per gli edifici allora esclusi dal piano di indagini, l’Amministrazione si sta attrezzando per reperire ulteriori professionisti qualificati.>>
Quindi: 10 mesi per affermare che le (nuove) indagini vadano svolte DAGLI STESSI TECNICI GIÀ INCARICATI, con una metodologia operativa che verosimilmente sarà quella prevista PER LEGGE, a meno che il CRITEVAT non intenda proporre una diversa metodologia non contemplata dalle norme ed accettata dai professionisti.
CRITEVAT che non potrà assumere a sé alcuna responsabilità, non potendo firmare alcun atto progettuale o di indagine, non avendo tale funzione nell’ambito della procedura, né potendola svolgere per legge (Consiglio di Stato, sentenza n.3849 del 15 luglio 2013).
Ancora: per le 7 scuole da indagare “ex novo”, o già indagate ma poste “a gara”, il bando (83.000,00 Euro) prevede un unico contraente ed un tempo di esecuzione delle prestazioni di 40 giorni. Visti i ristrettissimi tempi di esecuzione, ci interroghiamo sul livello di accuratezza che potranno avere le “nuove indagini”, e se potranno effettivamente essere rispettate le tempistiche.
Tutto ciò, in conclusione, per “raffinare” un lavoro già fatto e validato dalla Regione, che verrà pertanto pagato 2 volte, senza considerare i 500.000 euro al CRITEVAT.
E quando usciranno i nuovi indici di Rischio, per cui una scuola qualsiasi passerà, ad esempio, da IR 0.1 a 0.2, dovremo chiedere: cosa cambia ai fini della sicurezza? Di fatto, nulla. Ma quanto tempo e soldi costerà questo nulla?

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