Finalmente, inizia a prendere corpo un ragionamento attorno al futuro dell’Ospedale de’ Lellis. Ne parlano la ASL, ne parlano i medici, i Sindacati. Inizia un ragionamento nella Città.
Probabilmente non c’è una unica ricetta, ma può esserci un mix di più scelte opportune. Tenendo presente che l’Ospedale condiziona oggi e condizionerà in futuro anche aspetti economici e sociali della Provincia di Rieti.
Nella conferenza stampa di NOME del 10 Febbraio 2018, Fabio Andreola espresse alcuni ragionamenti da tenere in considerazione, con l’occhio di chi ha la possibilità di vedere la Sanità oltre le nostre montagne.
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Qui uno stralcio trascritto:
[..] Se parliamo di sviluppo economico non possiamo non parlare del primo datore di lavoro in questa città che è la ASL, che io penso sia stata offesa dalle politiche economiche sanitarie di Roma.
L’ ospedale di Rieti risale agli anni 70, 1972 se non ricordo male; c’è stato purtroppo il triste evento del terremoto e un parlamentare Fabio Melilli disse che forse era ora di ricostruirlo nuovo; adesso vorremmo vedere in opera i nostri politici visto che i soldi ci sono perché sono arrivati 80 milioni; e vorrei vedere come verranno spesi.
Recentemente un bellissimo reportage in un programma televisivo ha fatto vedere dei modelli sanitari con degli ospedali nuovi; si parlava ad esempio del nuovo Meyer di Firenze, che è costato 60 milioni se lo vedete è un gioiell:o sembra di essere veramente a Boston ed è un’ eccellenza non soltanto di Firenze ma della Toscana, dell’ Italia e dell’Europa.
Io penso che noi dobbiamo costruire un nuovo ospedale e dobbiamo far sì che in questo nuovo ospedale ci siano delle eccellenze in concorrenza diretta con Roma; lessi qualche tempo fa una intervista a Zingaretti, magari sarà stata travisata dal giornalista ma non credo, in cui Zingaretti disse “non capisco questi reatini cosa vogliano; hanno il Sant’ Andrea a un passo…”. Ma siccome non c’è il famoso treno che ci porta sotto al Sant’ Andrea, il Sant’ Andrea non è a un passo; e poi il Sant’ Andrea non è affatto una eccellenza.
Allora mi viene in mente il modello toscano: Firenze non domina la sanità in Toscana e la sanità in Toscana è il più forte volano economico. Ho citato il Meyer ma posso citare tantissimi altri esempi: l’endocrinologia di Pisa è una eccellenza mondiale in cui il professor Vitti ha dato seguito ad una scuola decennale; recentemente un endocrinologo dello Sloan Kettering il più famoso ospedale oncologico del mondo mi citava Pisa come un concorrente.
Poi ci sono anche delle eccellenze private perché non è che il privato sia tabù nella sanità: se gestito bene non è tabù. Nel Centro Chirurgico Toscano ad Arezzo fra un po’ supereranno come pazienti trattati quelli che vengono dall’ estero rispetto a quelli che vengono da Arezzo; allora anche se sono due parole che non mi piacciono insieme: perché non investire ad esempio sul turismo sanitario a Rieti.
A Rieti ci sono state eccellenze negli anni passati nella sanità ma purtroppo non ci sono più perché, come ho detto, la sanità a Rieti è stata saccheggiata. Allora ricostruiamo delle eccellenze e portiamo qui dei pazienti: il turismo sanitario è un dato di fatto; a livello mondiale tutti sanno che Nuova Delhi sta investendo molto su questo cercando di attrarre pazienti dagli Stati Uniti per il sistema USA di assicurazioni private che se ti ammali la prima volta ti curano, la seconda volta ti curano, la terza forse un po’ meno la quarta ti dicono “no, scusa, guarda non hai più copertura” e questi americani che fanno? Prendono l’aereo e vanno a Nuova Delhi, dove hanno costruito degli ospedali bellissimi.
Questa settimana ero a L’Aquila dove c’è una importante radiologia interventistica; il primario mi diceva che sta parlando con la Regione per trasformare le famose case di Berlusconi, che furono date ai terremotati all’inizio, e che oggi sono abbandonate, e farne una foresteria per i pazienti che vengono dal resto dell’Abruzzo ma da altre regioni italiane, idealmente anche dall’ estero.
Questi concetti sono talmente diffusi che anche la classe politica ci ha pensato: sul sito www.italiastarbene.com, progetto cofinanziato da Anci e da Federsanità si leggono in home page una serie di buoni propositi, un po’ quelli che ho delineato ma c’è il piccolo problema che il sito è in costruzione dal 2015 e quindi niente di tutto questo è stato fatto (NDR: alla data odierna, a due mesi dalla conferenza, il sito risulta attivato): si considera ancora la sanità come purtroppo un serbatoio elettorale.
Ad esempio guardiamo due casi tutti e due molto attuali, stanno sulle cronache: si pensa di costruire un ospedale ad Amatrice e l’ospedale ad Amatrice non serve; serve un ottimo presidio che va sicuramente ricostruito ma non serve un ospedale: questa storia degli ospedali per dare posti a primari ecc. è finita, appartiene agli anni 80-90;ricordo che in quel periodo ad Anzio e Nettuno (che non capisci quando stai ad Anzio o a Nettuno), c’erano due ospedali attaccati con due primari di ortopedia, due di ginecologia ecc. ecc.
Stiamo tornando purtroppo a quello perché ho letto con enorme sorpresa che la casa della salute di Magliano che è un progetto eccellente, io su questo ho apprezzato Zingaretti, però solo negli intenti perché nella parte esecutiva si è un po’ perso perché è stato nominato un primario di Chirurgia plastica a Magliano Sabina perché si dice c’è un’alta incidenza di tumori della pelle, come se Magliano Sabino fosse Miami dove in effetti c’è un’alta incidenza di tumori della pelle.
Spero di aver indicato degli spunti di riflessione, questo era il mio obiettivo, non volevo tentare un’agenda per il rilancio economico di Rieti, non è mia competenza però volevo mettere a fattor comune, ad una classe politica oggi assente, queste idee che potevano presentare spunti; spero che la stampa possa dare amplificazione a quello che ci stiamo raccontando. Vi ringrazio