29 Giugno 2019 ore 10.30 – Un convegno per parlare di Sanità

23/06/2019

Sabato 29 Giugno, un convegno sulla sanità promosso da NOME Officina Politica, andrà a “scavare” sui fattori che, per motivazioni diverse e spesso di con dinamiche di articolata lettura, stanno progressivamente svuotando i servizi sanitari locali.

Un tema particolarmente interessante sarà il tema economico, letto in relazione alla “qualità”, reale o percepita, dei servizi sanitari locali. Una misura di questo indicatore, è dato dall’indice di mobilità dei pazienti da una ASL all’altra, sia in ambito regionale che extra-regionale.

L’indice di mobilità rappresenta un importante fattore dal punto di vista economico nel sistema sanitario regionale. Infatti, le prestazioni erogate in altre Regioni devono essere rimborsate da quella di residenza del paziente, e costituiscono  quindi un “utile” o una “perdita”.

In tale ottica, in un territorio di frontiera come Rieti, confinante con Umbria, Abruzzo, Marche, il tema della “mobilità” può rappresentare per il Lazio una opportunità (se in grado di attrarre pazienti dall’esterno) o di debolezza (in caso di fuoriuscita dai confini regionali).

Quale è la situazione per la ASL di Rieti?

Gli ultimi dati rilasciati da il Sole 24 ore pongono Rieti come 100esima provincia in Italia (su 107) per emigrazione ospedaliera fuori Regione.  Questo fatto rappresenta ovviamente un grave vulnus nella qualità della sanità , ma al di là degli aspetti sociali e sanitari, come si traduce in termini economici?

Una indicazione la possiamo trarre dal Piano strategico della ASL di Rieti, disponibile al 2014-2016. Ad esempio, i soli dati “previsionali” per il 2016 (quindi prima del terremoto che ha aggravato la situazione), a fronte di un contributo del Sistema sanitario Regionale pari ad € 305.985.055, riporta un “saldo mobilità” negativo pari ad € 60.908.824. Quindi, il 20% del contributo sanitario alla ASL di Rieti va “finanziare” altre  ASL e la sanità pubblica delle Regioni confinanti.  Soldi sottratti a investimenti, personale, servizi sul territorio.

Questo lo stato di fatto. Per NOME Officina Politica, è evidente che il tema della “sanità di frontiera” non debba essere (solo) oggetto di battaglie di retroguardia, sfiancanti e logoranti in difesa di “quello che già c’è”. Al contrario, la “sanità di frontiera” deve essere sostenuta attraverso un coerente piano di investimento pluriennale, a partire da livello e tipologia di servizi erogati. Questo per creare un polo di servizio sanitario di area vasta non rivolto alla sola provincia, ma con lo sguardo rivolto verso le Regioni confinanti e verso le congestionate aree dell’interland romano.

Siamo convinti ad esempio che le decisioni che saranno a breve assunte sulla costruzione del nuovo ospedale non possa essere solamente limitate ad una questione di “muri”; si tratta invece di una progettualità ampia, politica prima ancor che tecnica, e riguarda le funzioni ed i servizi immaginati per i prossimi 30 anni in un territorio particolare e complesso. Un territorio con caratteristiche che possono al tempo stesso rappresentare “un problema” od “una opportunità”.

Avremo modo di approfondire questi dati e considerazioni, e dibatterne. Sabato 29 Giugno, ore 10.30, sala convegni dell’ Hotel Serena.

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