Il rinnovo delle cariche negli Ordini professionali difficilmente fa notizia. Limitato a settori specifici, a dinamiche “interne”, tuttavia l’elezione dell’Ordine dei medici – 17, 18, 19 Ottobre -, soprattutto in vista dello scenario post-Covid19, assume un significato particolare nella relazione fra Professione, Politica e Società.
Ci rammenta, con riferimento agli ordini tecnici, la relazione tra Ordini e Governo nel post sisma 2016. In quel caso, vissuta caso per caso, territorio per territorio, secondo diversi approcci: ove di accondiscendente attesa, ove di collaborazione istituzionale, ove di aperta critica.
Con il senno del “poi” l’aver ignorato, da parte dei Governi, le voci dei territori, non è stata una buona scelta, e ha portato a molti dei nodi che solo ora si iniziano, speriamo, a sciogliere; in ciò, forse la mancanza di incisività di alcuni Ordini professionali del Cratere sismico, dovrebbe far riflettere sulla propria quota di responsabilità.
Non vorremmo che un errore simile si facesse nella fase di rinnovo dell’ordine dei Medici; ci riferiamo, in particolare, a quello di Rieti. Se un “merito” ha avuto Covid19, è stato quello di svelare la fragilità del sistema sanitario periferico, la mancata integrazione dei servizi sociosanitari, la mancanza di valorizzazione della medicina di base in una lotta che va svolta in primis “sul terreno”.
Proprio per questo è importante in questa fase che emergano le istanze che vengono dal basso: preoccupa, in tutta Italia, il moltiplicarsi di fenomeni in cui, mentre una decina di “opinion leader” popolano le televisioni a tutte le ore, al pensiero dei professionisti della sanità viene messo il bavaglio vuoi con disposizioni aziendali, ora addirittura con provvedimenti regionali (Lombardia, Sardegna, ultimissima la Regione Campania), fanno notizia assessori che chiedono ai direttori delle aziende sanitarie “provvedimenti disciplinari” per gli operatori che comunichino senza autorizzazione con la stampa e su internet.
Aspetto malato di una Politica (di ogni colore) che, in ragione di una malintesa assimilazione del servizio pubblico alle dinamiche più propriamente aziendali, invade il campo della deontologia professionale, aspetto che deve curare, in maniera SERIA, ciascun Ordine di appartenenza.
Aspetto malato di uno “stile” che porta taluni organi di Amministrazione, in ragione di dinamiche interne, a dimenticare di detenere un Ruolo che è frutto di scelte politiche, di cui si deve rendere conto, in primis, a Cittadini e dipendenti.
Per questo, come associazione civica NOME Officina Politica, porgiamo l’augurio che dal rinnovo delle cariche dell’Ordine Provinciale dei Medici di Rieti, emerga un Consiglio, in grado di rappresentare con dignità, consapevolezza ed estrema chiarezza, il Ruolo a cui chiedere, rappresentare, affidare le istanze di difesa e sviluppo della sanità reatina, vicina agli operatori, ma con lo sguardo attento verso i “luoghi” dove si prendono decisioni che saranno decisive per il futuro della nostra Provincia.