Burocrazia e (è?) Terremoto

17/11/2017

Sisma 2016: vogliamo buone norme, buona burocrazia
Perchè la “potenza di fuoco” di finanziamenti messa in campo per il post sisma 2016, non raggiungerà l’obiettivo se non avrà a supporto regole adeguate ed una organizzazione burocratica pertinente.
NOME Officina Politica si è posta la domanda sulla qualità di questo livello intermedio che deve “scaricare a terra” le risorse stanziate per la RICOSTRUZIONE PRIVATA post sisma 2016. Lo ha chiesto, tramite un sondaggio, a due categorie coinvolte nel processo: Professionisti tecnici ed Amministratori di condominio.
Di seguito i risultati, che restituiamo alla attenzione pubblica e che verranno inoltrati agli ordini professionali ed all’Ufficio per la Ricostruzione di Rieti, per le opportune riflessioni ed approfondimento, con un commento finale di NOME.
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1. Ritieni EFFICACI le normative e le ordinanze sin qui elaborate a supporto della ricostruzione privata? – Questa domanda si riferisce alla coerenza della normativa rispetto agli obiettivi
2. Ritieni CHIARE E COMPRENSIBILI le normative e le ordinanze sin qui elaborate a supporto della ricostruzione privata? – Questa domanda si riferisce alla chiarezza espositiva delle norme
3. Ritieni efficaci le procedure operative a supporto della ricostruzione privata? – Questa domanda è relativa alle procedure ed alla organizzazione dell’Ufficio Speciale per la Ricostruzione di Rieti: orari ricevimento al pubblico, accessibilità degli uffici, chiarezza delle risposte ottenute, rapidità nell’espletamento delle pratiche
4. Dalla tua esperienza, percepisci un approccio “facilitativo” o “burocratico” rispetto all’attività svolta dall’USR? – Questa domanda focalizza se l’USR venga percepito come “erogatore di servizi di supporto” (facilitatore di processi), o come “struttura burocratica” (controllore dei processi)
5. Appare chiaro il tipo di organigramma dell’Ufficio Speciale delle Ricostruzione? – Questa domanda focalizza sulla conoscenza, all’esterno, della organizzazione dell’USR , dei centri decisionali e di responsabilità, delle strutture attraverso cui si svolgono i flussi documentali e le procedure operative /autorizzative
6. Infine, abbiamo posto una domanda relativa ai potenziali fattori di rallentamento della ricostruzione privata, da cui sono emerse le seguenti criticità:
  • La richiesta di documentazione tecnica ed autorizzativa non pertinente agli interventi edilizi da eseguire
  • La richiesta di certificazione di conformità edilizia ed urbanistica
  • Le modalità di calcolo dell’importo ammesso a contribuzione
  • Duplice istruttori urbanistico/edilizia usrc e comune
  • Disconoscimento dell’art 8 DL 189
  • Il fatto che si sia sempre “in attesa di novità”

IL COMMENTO DI NOME Officina Politica
A livello di contenuto normativo, gli intenti espressi nei principi generali della ricostruzione si scontrano con una pessima percezione di chiarezza delle norme, con ordinanze che si accavallano, modificano integrano e sostituiscono disposizioni precedenti. Tale mancanza di chiarezza, può portare alla “interpretazione” della norma, ai vari livelli amministrativi, da cui discende il giudizio negativo espresso sulla parte prettamente “esecutiva” del processo, rappresentato dalle procedure e dalla organizzazione dell’Ufficio Speciale per la Ricostruzione.
Difatti, la percezione quasi unanime degli intervistati è di un Ufficio per la Ricostruzione come “centro di gestione del potere” (approccio burocratico) anziché erogatore di servizi (approccio facilitativo). Né agevola in tal senso la scarsa conoscenza al pubblico dei centri decisionali e di responsabilità dell’USR, così come dei flussi procedimentali.
Infine, sottolineiamo le precise istanze degli intervistati riguardo all’eccesso di documentazione tecnica ed autorizzativa richiesta, talvolta non pertinente agli interventi edilizi da eseguire.
Nella percezione e nei fatti, la ricostruzione privata non è avviata, e le recenti dichiarazioni del Commissario De Micheli lo confermano; i provvedimenti contenuti nel maxi emendamento al decreto fiscale approvato in Senato ulteriormente ribadiscono la necessità di una “scossa”.
Ma qualsiasi “scossa” sarà senza esito se i livelli burocratici intermedi non saranno messi nella condizione di trasferirne rapidamente gli effetti sul territorio, ed all’inverso riportare le criticità del territorio ai livelli superiori, per produrre strumenti normativi adeguati.
A l’Aquila sono occorsi 5 anni per individuare il più adeguato modello di Governance, ed avviare senza indugi la ricostruzione; ripercorrere tempistiche simili è un rischio letale per i nostri territori.

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