Una Fondazione Inglese per salvare la scuola di Rieti? – Format
Specchio della città, la vicenda della scuola media “Alda Merini” di Campoloniano, inaugurata nel 2016. L’unica veramente “antisismica”, ma priva di palestra e anche l’unica di Rieti in cui i ragazzi, stretti nella querelle tra Comune e Dirigente scolastica, non possono svolgere le lezioni di Educazione Fisica (Format).
Scuola gestita dal Comune, ma realizzata con fondi della Provincia (provincia.it), che inizialmente vi prevedeva di allocare il nuovo Istituto Agrario. Un accordo da cui nasce lo “scambio” per allocare il Pedagogico presso l’istituto Sacchetti Sassetti, in un groviglio di competenze tra Comune e Provincia di cui la cittadinanza ha recentemente preso cognizione a seguito del terremoto e dei successivi problemi “a lento rilascio”. (Il Messaggero). Ultimissime novità, l’Istituto Pedagogico sarà delocalizzato all’Istituto per i Geometri, in un “puzzle” che coinvolge la Fondazione Sabina Universitas (il Messaggero) .
Tornando alla scuola media di Campoloniano, quello che vediamo oggi è lo stralcio di un progetto più ampio, in cui dovrebbe essere realizzato il secondo braccio e la palestra. Come procedere?
Idea della Giunta Petrangeli, finanziarne il completamento con ii fondi del sisma (Rietilife) , idea della giunta Cicchetti ricevere la donazione di una fondazione privata inglese, che ne curerà la costruzione (Rietinvetrina).
A condire tutto, l’intreccio con le scelte fatte presso la scuola media di Villa Reatina, di cui nel frattempo è stata decisa la demolizione e ricostruzione in loco (Il Messaggero), attualmente delocalizzata presso l’ASI, in coabitazione con la succursale del Liceo Scientifico.
Nel puzzle di giravolte e ripensamenti, si va avanti da 10 anni, senza che si abbia una minima idea dell’assetto futuro della rete scolastica, con decisioni che, con la motivazione del Terremoto, anche quest’anno sono state procastinate (Corriere di Rieti). In attesa di un nuovo terremoto o del crollo demografico alle porte (Officina Politica.it) che metterà la politica futura di fronte alle responsabilità delle “non scelte” della presente.
E’ infatti giunto il tempo che la rete scolastica sia oggetto di una vera progettazione, non ridursi ad una semplice operazione amministrativa o ad iniziative estemporanee, nè essere vissuta come una mera incombenza di riorganizzazione. E’ giunto il tempo che le scuole vengano coinvolte, con la politica e le istituzioni a farsi carico della complessità dei territori, mettendo al centro un’idea di scuole al servizio dell’utenza.
Fare di tutto per superare la logica dei “numeri da raggiungere” da tradurre in meri atti amministrativi, magari per salvare qualche dirigenza, ma con la conseguenza di affossare la qualità del futuro scolastico dei bambini e ragazzi di Rieti.